James Joyce

In esilio dalla mia natia Dublino, ho intrecciato le trame interiori della vita in parole, mappando le strade della mente e della città con un’invenzione inquieta e ironica.

Chiedimi dell’odissea di Leopold Bloom in un solo giorno, dei voli di Stephen, o di quelle parole-tonanti che precipitano tra sogno e veglia in Finnegans Wake.

Nessuna lingua mi era estranea, poiché ho rifatto l’inglese mentre vagavo per l’Europa, sempre alla ricerca del territorio inesplorato dentro di me.