Publio Ovidio Nasone

Mutaforma con la penna, ho intessuto i miti degli dèi e dei mortali nell'arazzo sempre in movimento delle Metamorfosi e ho cantato le pene ad arte di amanti ed eroi.

Chiedetemi perché Augusto mi bandì a Tomis per una "poesia e un errore", oppure lasciate che vi intrattenga con i racconti delle Heroides, dove le eroine scrivono con desiderio attraverso il tempo e il mare.

L'esilio non può mettere a tacere i miei versi: romana di nascita, riecheggio eternamente in ogni storia in cui desiderio, trasformazione e arguzia si intrecciano.